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I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito

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Recensioni Gli assassini di Cristo

Recensione Contorni di Noir 

Ci sono uomini che decidono, in un momento particolare della loro vita, di cominciare a scrivere.
Ci sono uomini che, invece, sin da piccoli hanno sentito che attraverso le parole avevano bisogno di comunicare agli altri i loro stati d’animo, il loro pensiero.
Ce ne sono altri capaci di mettersi a tavolino e creare storie sempre nuove da farci leggere.
Poi c’è Ivo Tiberio Ginevra, palermitano doc, che di mestieri ne ha fatti tanti e che, a un certo punto, ha anche deciso di creare una casa editrice chiamata I Buoni Cugini Editori che porta avanti con dedizione insieme alla moglie Anna Squatrito.
La particolarità delle pubblicazioni è avere dato nuova vita a Luigi Natoli, personaggio storico nato nel 1857 e scomparso nel 1941, traendo dalle fonti originali, quindi dai giornali e dai libri dell’epoca in cui lo scrittore era ancora in vita, tutte le opere dell’autore.

Non contento della mole di lavoro mastodontica di rieditazione di questi volumi, Ivo Tiberio Ginevra cura anche delle Collane a latere, come ad esempio Almeno un morto e Sbirri e sbirrazzi, e in quest’ultima è uscito qualche mese fa il suo romanzo “Gli assassini di Cristo”. Pubblicato per la prima volta nel 2011 e seguito da Sicily Crime nel 2012, il romanzo viene riproposto con una copertina molto più accattivante realizzata dall’illustratore Niccolò Pizzorno, già conosciuto per le sue immagini colorate e vivaci, o da quelle in bianco e nero come quelle contenute all’interno di questo libro.

Protagonista è il commissario Mario Falzone che, insieme al vice-questore Pietro Bertolazzi, devono scoprire chi, in uno sperduto paese della Sicilia, si diverte prima a distruggere le statue di Cristo all’interno delle chiese, con una rabbia spaventosa, tanto da ridurle in un mucchio di macerie, quasi a voler polverizzare la religione e la cristianità attraverso gesti simbolici.
A rivendicare gli atti, sembrano esserci i soliti fanatici musulmani che, attraverso messaggi scritti in un italiano stentato, minacciano di fare piazza pulita prima delle statue e poi dei fedeli.
Così il duo Falzone Bertolazzi, lo yin e lo yang del commissariato, sempre in contrasto tra loro ma poi al momento giusto alleati e amici, va alla ricerca del colpevole – o dei colpevoli – in un’indagine tortuosa che coinvolgerà vari aspetti della vita al sud fatta di lavoro, sudore e sangue.

Chi ha letto Camilleri non potrà non riconoscere un’impronta letteraria siculo-ironica allo stile di Ivo Tiberio, che diventa un linguaggio al quale ci si abitua, che caratterizza senza far diventare macchiette i personaggi, che ironizza senza ridicolizzare le situazioni, che scrive di morte esorcizzando i vivi. Concede ai partecipanti della storia nomi tratti dalle varietà di uccelli studiati da lui stesso in qualità di ornitologo, così Amadina il rosso (scultore siciliano) è l’Amadina a testa rossa e l’ispettore Lucherini prende il nome da un genere di carduelidi.
Le illustrazioni in bianco e nero di Niccolò Pizzorno, da sempre presenti (o quasi) nella produzione dell’editore, disegnano i tratti duri e i baffi di Bertolazzi, così come il volto sfilato di Falzone, facendoceli “vedere” e non solo immaginare e, non so spiegarvi il perché (forse la similitudine dei nomi?), mi hanno ricordato per un attimo Falcone e Borsellino.
E allora immergetevi in questa storia, sicuramente ironica e divertente, che non vuole però dimenticare un territorio diviso tra sopravvivenza e criminalità.

Cecilia Lavopa

Recensioni da Goodreads

"Si sentiva forte, dentro ognuno dei presenti, il grido del dolore di Dio. Era disperato. Affranto."
Nonostante i temi forti affrontati, l'intolleranza religiosa e razziale, l'odio verso certe manifestazioni religiose, il libro è lieve e si legge velocemente grazie ad uno stile agile, a una scrittura che si vena di un umorismo sarcastico e a dei personaggi che si caratterizzano subito e restano bene impressi nella mente del lettore.
L'indagine sui fatti di sangue che hanno colpito la cittadina siciliana di Scrafani è condotta congiuntamente dal malinconico commissario Falzone e dall'irascibile vice questore Bertolazzi, colleghi ma anche amici nella vita. I due caratteri si compendiano e danno luogo anche a siparietti molto divertenti. Ma l'autore sa proporci anche riflessioni molto serie sui temi affrontati, inducendo ciascun lettore a soffermarsi sulle proprie convinzioni e presunte tolleranze.
Ottimo primo romanzo di Ivo Tiberio Ginevra, sicuramente andrò avanti a leggere le nuove avventure di Falzone e Bertolazzi.
Non sei diverso da me. Per questo io non ti disprezzo.
Nessuno al mio posto ti disprezzerà, perché tu sei fatto come me, con lo stesso sangue, la stessa carne, le stesse emozioni.
Nessuno ti scaccerà perché sei mio fratello.
Nessuno ti umilierà perché sei mio fratello.
Nessuno ti ucciderà perché sei mio fratello.
E al fratello io tendo la mano.

 

Martina Sartor

 

Ci vorrebbero tre stellette e mezzo

Questo romanzo è piacevole e ben costruito, anche se occhieggia parecchio alle atmosfere di Camilleri. Il dialetto siciliano stretto può mettere a dura prova chi non abbia dimestichezza con parenti dalla Trinacria, come invece ho io. I due protagonisti, Bertolazzo sempre incazzato, e Falzone, più malinconico e anche più acuto, sono una coppia funzionante anche se avrei voluto di più dai due. La vicenda propriamente gialla è plausibile e anche ben costruita col doppio binario dell'iconoclastia in chiesa e della discriminazione razziale nelle strade della città di Scrafani. Non mancano occasioni di sorridere. Non mancano spunti di riflessione (come l'excursus sul compiacimento truculento di certa arte sacra che ricorda il compiacimento da cronaca nera di Quarto grado di Salvo Sottile). Considerato che è opera di un esordiente, direi che se l'è cavata più che bene.

 

Laura Costantini

Recensione di Cristina Aicardi dal blog Thrillerpages

Bella scoperta, un libro decisamente piacevole e ben scritto dove non manca quella dose di ironia che per me è sempre un valore aggiunto.
Una serie di atti violenti e blasfemi contro i simboli del Cristianesimi scatena una serie di ritorsioni contro gli Islamici. In un crescendo di violenza si arriverà sino all'omicidio.
Ad indagare una coppia di poliziotti decisamente ben descritta e simpatica :il commissario Falzone ,specializzato nell'indagare, un po' malinconico e molto rispettato dai colleghi ed il suo amico, il vice questore Bertolazzi, sanguigno, irruente, litigioso e decisamente simpatico, almeno a me.
Un tema originale per un libro che scorre piacevolmente, con ritmo e dialoghi serrati , alcune scene decisamente ironiche e divertenti, ma dove non mancano spunti per una riflessione più profonda .
Nota simpatica è che l'autore ha usato per i nomi dei personaggi e dei luoghi del libro i nomi delle specie di uccelli e dei suoi amici .
Spero davvero di ritrovare Falzone e Bertolazzi presto in un altro libro.