Recensioni Almeno un morto 

In questa pagina abbiamo raccolto le recensioni dei titoli che fanno parte di Almeno un morto: 
Delitti al Thriller Café vol 1 (AA.VV.), Delitti al Thriller Café vol 2 (AA.VV.), Blog Killers (AA.VV.), Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa, Ragionevoli atti di follia di Ivo Tiberio Ginevra, Il male relativo di Stefano Caso, Una cosa fra noi di Fabio Pasquale 

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Huffingtonpost

Noir all'improvviso (I Buoni Cugini Editori) di Cecilia Lapova si compone di quindici racconti neri, accompagnati da interessanti illustrazioni di Michele Finelli che colgono il nocciolo della trama, quindici storie che scandagliano altrettante situazioni reali. Momenti di vita quotidiana che, a un certo punto, virano in una svolta fatale trascinando il lettore, lasciandolo col fiato sospeso, fino all'esplosione di epiloghi che fanno meritare in pieno, grazie anche all'andamento ritmato e brioso delle storie, quel titolo così originale e appropriato.

Si passa dall'inquietudine – all'inizio vagamente horror – de Il buio alla cruda realtà di Arancine indigeste, dove, tra le altre cose, viene anche lambita la questione della migrazione nazionale dal Meridione al Nord, ripresa anche in Casa in affitto? Soldi sprecati!, anche se lasciata in secondo piano rispetto all'atmosfera di arcano che regna sovrana. Un'atmosfera che scaturisce da situazioni di pericolo, ma anche di disagio psichico. In Disturbo bipolare la patologia si insinua latente, sovrastata dal dubbio del tradimento, e i sintomi fisici vengono descritti con precisione chirurgica: "Mi sembrava che tutto intorno si facesse ovattato, come se fossi all'interno di una boccia di vetro e mi avessero girata con la testa all'ingiù. Frammenti di vita galleggiavano vicino a me e, per quanto mi sforzassi, non capivo cosa stessero urlando quelle persone".

Il tema della possibile patologia viene ripreso in Ester, ma l'attenzione del lettore resta puntata su un uomo seduto in una panchina e sulla sua misteriosa valigetta. Ogni brano ci ricorda che, spesso, la realtà è molto più complessa di quanto immaginiamo. L'ossessione diviene poi quasi personaggio ne Il feticista dove, accanto al tema della mania si affianca quello della bellezza: la protagonista è una donna cultrice dell'avvenenza con una determinazione tale che diviene assillo e che la costringe a carezzare il suo sogno di beltà con costosi rimedi estetici e con uno smisurato armadio di scarpe che, indossate, non passano inosservate. Né lei vorrebbe succedesse altrimenti: "Muove il piede. È disposta al gioco delle parti, in cui ognuno mostra ciò che possiede, o crede di possedere, come parte migliore del proprio corpo. Rotea la caviglia come fosse un esercizio di pilates, in modo da offrire all'uomo ogni angolatura possibile del suo arto".

Ricchissimi i dialoghi disseminati nelle pagine, specchio di un'oralità che omaggia l'immediatezza del parlato e non esita a riportare espressioni dialettali con precisione e acribia, laddove sono necessarie. Come ne Il lampo, dove il sardo è riprodotto con una musicalità che non trascura di adattare in italiano standard i significati. Il racconto è ambientato in un posto speciale, Fregola, comune che detiene il record mondiale della longevità. Paese di oggi ma in cui si respira la nostalgia per un passato molto diverso: "Chi è rimasto nel paese vive di ricordi, di umili origini, quando le case erano fredde e buie, riscaldate da un caminetto attorno al quale si riuniva la famiglia, spesso colpita da geloni alle mani e ai piedi.

Irene aveva diciott'anni affronta, tra le altre cose, il tema di una malattia devastante, ma anche quello della rinuncia e della ribellione all'interno di uno scenario familiare. Strano posto, la famiglia, ci insegnano alcuni racconti. La famiglia vera o quella agognata, come dimostra La montagna fa brutti scherzi, dove l'autrice dissemina abilmente dubbi, desideri e senso del possesso. Del resto, confondere è una delle abilità di chi trasforma in fiction il crimine, dovendo depistare chi usufruisce del prodotto letterario. Ecco perché, ne La visione, all'incertezza della protagonista si accompagnano possibilità inspiegabili: esisteva davvero l'uomo alto e ben vestito che le appariva all'improvviso di sera, in strada, con una vera e propria epifania, mentre lei era alla guida dell'auto? Chi era? In un'epoca, come la nostra, votata all'indifferenza, "l'altro" può assumere connotati stranianti. Può essere sconosciuto o una persona che si rivela quale non l'avremmo mai immaginata o perfino un uomo che trapassa con lo sguardo e farnetica tra sé, come in Identità celata.

Occhi oscilla tra la luce e il buio, tra la speranza di un miglioramento e un ribaltamento subitaneo che rende fatale la vicenda. Se le contraddizioni promuovono le tensioni e i ribaltamenti rendono spettacolari e imprevisti gli svolgimenti, sono le chiusure mozzafiato a dare una cadenza estremamente vivace al volume. In Segni di riconoscimento il giallo si svolge come da copione, a partire dal ritrovamento di un cadavere che, in omaggio a Manuel Vázquez Montalbán, è rinvenuto nudo e completamente tatuato. Racconto visionario, e in qualche modo complementare a questo è

La miracolata: se nel precedente l'epicentro della narrazione era un morto, qui è una donna che tutti credono imperitura, perché l'ha sempre scampata. Sopravvissuta a diversi incidenti, Caterina incarna un desiderio di eternità comune a molti mortali. Così come comune è la smania d'evasione toccata in Viaggio a Cuba, dove il problema del turismo sessuale è il pretesto per sfumare la cronaca in un altrove che diviene oscurità e minaccia.

Come vedete, la raccolta è ricca anche dal punto di vista degli argomenti trattati: si aggiungano, a quelle già citate, altre tematiche sociali come la difficoltà di sbarcare il lunario, l'occupazione abusiva, i maltrattamenti in famiglia, le migrazioni che portano speranze e disillusioni: "Molti casi come il suo riempivano i telegiornali tutti i giorni, gente che pagava migliaia di euro per farsi trasportare verso il paradiso delle coste italiane, per trovarsi invece nella barca di Caronte che traghettava le loro anime all'inferno".

Questo libro è un gioiello, un esordio strepitoso, perché – ponendo in successione quindici inquietanti tasselli noir – ci dà uno spaccato attendibile della nostra società, degli stati d'animo che ci agitano, delle paure più profonde che ci attanagliano, dei rancori e dei dispetti che ammorbano l'aria. E lo fa mettendo in scena personaggi che calzano a pennello nei ruoli stabiliti: da questi emergere, in ogni parabola, il lato oscuro degli uomini, quelle ombre talvolta così nascoste che soltanto quando escono allo scoperto rivelano la propria portata malefica.

Ma a quel punto, ormai, è troppo tardi.


Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Thriller Magazine 

Articolo di Novelli & Zarini 

Claude Adrien Helvetius, filosofo e scrittore francese, sosteneva che i racconti sono la storia dei sentimenti. E i racconti noir, sono la storia della parte in ombra di quei sentimenti, la parte sopita dalla razionalità, da regole imparate o solo imposte. Ogni sonno dunque, può essere turbato da elettricità negative, così come da pensieri reconditi. Mutare la realtà del quotidiano in un incubo violento, inaspettato, letale, da cui non vi è ritorno.

La raccolta di quindici racconti “Noir all’improvviso” di Cecilia Lavopa, al suo esordio come scrittrice per la casa editrice “I buoni cugini” nella collana “Almeno un morto” curata dall’inossidabile Ivo Tiberio Ginevra, ha l’abilità di destare dal torpore quotidiano questa infida quanto violenta parte nascosta che risiede in ognuno di noi. Il normale che è prodromo subdolo del delitto, quello più rabbioso, non calcolato, che impone la morte quasi come giudice supremo di un malessere atavico, inciso sulle carni, imputridito nelle ossa e decriptato da un’insana voglia di cambiare una vita insoddisfacente per varie ragioni. Questo soprattutto verso le persone amate, desiderate, origini di frustrazioni personali e di letali vendette morali per sentimenti non corrisposti. Oppure per una necessaria voglia di primeggiare in un gioco che da passatempo diventa fonte di ostilità tragiche e inattese, o per una fobia, un'ossessione che diventa incontenibile furia omicida.

I racconti di “Noir all’improvviso” sono frammenti di vita oscura, quella che si mette e si tiene in catene e se ne soffoca il respiro con un morso di perbenismo fino a quando è possibile, sperando che l’assuefazione, l’abitudine e una silente accettazione dell’esistenza, la possano cancellare, estinguere di ogni pulsazione che cova sotto la cenere, una coltre a protezione di un destino avverso pronto a compiersi con ferocia.

Nero e attimo collimano, si uniscono e si sovrappongono fino a diventare omicidio malato, nevrotico, d’opportunità.

Un tipo di omicidio brutale, se non sempre nelle dinamiche, nei propositi. Cecilia Lavopa costruisce con bravura l’antefatto, il giorno fatidico, le ore precedenti, i minuti che anticipano. Fa respirare la normalità di quella che potrebbe essere la vita di ognuno di noi prima dell’inaspettato, lasciando solamente piccole tracce, a volte fatte anche di una sola parola, per lasciare intuire un divenire prossimo tragico, lasciando al lettore il gusto di assaggiarlo e di comprenderlo.

Perché un incubo non si deve capire, ma si deve soffrire, deve lasciare il marchio. Un marchio dell’abbandono della razionalità, dove al risveglio si può diventare ciò che non si è mai stati. Attraversare il riflesso oscuro di uno specchio e trovarsi dalla parte opposta cambiati e alienati. Un marchio che sta al di là dell'ordinario, stigmate dell’anormale e abnorme senso che si anima e si libera da sotto quella friabile difesa di cenere. Le persone comuni diventano alieni, nel senso letterale del termine, dentro quell’attimo che si cristallizza e muta in una devastante immobilità di follia.

“Noir all’improvviso” è il fotogramma, l’attimo fissato, come nei disegni di Michele Finelli che fin dalla copertina illustrano il senso della raccolta e introducono ogni racconto, Ogni storia è un disco che suona e scivola fluido e che all’improvviso si incanta, si impunta, gracchiando una traccia nascosta, un malevolo sentire ridestato dalla solita litania di ogni giorno. La scrittura scorrevole, precisa di Cecilia Lavopa dà vita a quel disco. Un fluire di parole con il giusto sonoro, il giusto sguardo, la giusta prospettiva da cui sbirciare il male nella sua evoluzione, fino a trovarcisi dentro senza alcuna via d'uscita.

Cecilia Lavopa costruisce i suoi incubi a occhi aperti con mani abili. I suoi personaggi vi vengono calati dentro con grazia luciferina, quasi, per caso, senza quasi volerlo, ma desiderandolo e attuandolo come un piano lucidamente imperfetto. Per fare ancora più male, per non lasciare possibilità di ripensamento. Non esiste la perfezione del delitto, ci si deve sporcare le mani, con la confusione, la paura, la rabbia, l'incredulità, la disperazione. Un dolore artigianale, violenta repressione e espressione della parte oscura.

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà: conosco le vostre paure, vi ammazzerò ad uno ad uno.” dice It.

Colori di vita che diventano, noir all’improvviso.

https://www.thrillermagazine.it/17531/noir-all-improvviso

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Libroguerriero

di Marco A. Piva 

Molti tra i nostri lettori conoscono Cecilia Lavopa (nella foto sotto) come il cuore e la testa di “Contorni di Noir”, un blog dedicato alla letteratura di genere tra i più importati e interessanti in Italia.

Avendo letto noir per anni e avendone parlato con estrema precisione e competenza, Cecilia ha ora deciso di scriverlo; grazie alla casa editrice palermitana I Buoni Cugini, pubblica quindi questo “Noir all’improvviso”, una raccolta di quindici racconti relativamente brevi e incredibilmente memorabili, a volte tristissimi e a volte terrificanti.

Dopo una bella introduzione della nostra Marilù Oliva, ci inoltriamo quindi in questa mitragliata di storie; ognuna è aperta da un’interessante illustrazione, adeguatissima al contesto senza anticipare nulla, a opera di Michele Finelli. Nominerò uno per uno i racconti, aggiungendo poche parole riguardo alla trama per darvi un’idea dei temi trattati evitando di rovinare la sorpresa finale.

Il buio”, titolo che più noir non si può, ci parla di una bambina – ormai una ragazzina, in realtà – terrorizzata dall’oscurità. “Arancine indigeste” ha come protagonista un uomo di una certa età, emigrato dalla Sicilia a Milano in giovane età ma innamoratissimo della propria regione natale, che ha qualche problema di cuore e si trova a combattere con una burocrazia cieca. “Casa in affitto? Soldi sprecati” – splendido titolo, misterioso il giusto – ci presenta Paolo, pugliese ma residente a Milano, che vive in un appartamento occupato illegalmente nel quale viene trovato un cadavere mentre Paolo dorme tranquillo.

Disturbo bipolare” ci porta a Ferrara, dove un operatore socio-assistenziale viene sospettato dalla moglie di avere una relazione con una paziente. “Ester” è una donna sola incuriosita da un uomo, probabilmente un senzatetto, che vede sempre seduto sulla stessa panchina, con la stessa valigetta tra le mani. “Il feticista” si apre descrivendoci una donna eccessivamente attenta al proprio aspetto, attenta in particolare alle scarpe, pronta a giudicare negativamente le altre ma segretamente frustrata.

Il lampo” è ambientato in Sardegna, nel piccolo centro di Fregula, la cui popolazione è incredibilmente anziana; protagoniste ne sono Efisia, impiegata di banca, e l’anziana zia (anzi, tzia) Filumena, una nota ficcanaso. “Irene aveva diciott’anni” ci presenta una bambina, appunto Irene, che a cinque anni si rende conto che la madre è gravemente malata, una malattia degenerativa incurabile. “L’identità celata” è raccontato dal punto si vista di una persona che, torturata dagli incubi, rifiuta di rivelarci la propria identità, ma comunque che passa il tempo osservando la gente in metropolitana.

La miracolata” è una donna figlia di operai che, sin dall’infanzia nella periferia di Milano, è sopravvissuta a una serie di incidenti che avrebbero potuto essere mortali, tanto da guadagnarsi appunto il soprannome di “Miracolata”, che non sopporta. “La montagna fa brutti scherzi” è ambientato in Trentino, dove un uomo fa l’ultima passeggiata tra le sue amate montagne prima di trasferirsi a Messina avendo intenzione di sposarsi con una donna che lavora lì. In “La visione” una donna, che guida l’auto usata appena comprata nelle strade del Parco Adda Nord, vede la sagoma di un uomo apparirle di fronte, ma dopo essersi fermata per evitare l’incidente non vede nessuno.

Occhi” ci parla di Michele, che ha (appunto) occhi bellissimi ma che sta apparentemente diventando sempre più miope, dato che lavora anche per dodici ore di seguito al computer prima di dedicarsi all’hobby di dipingere figurine di Warhammer, passione che condivide proprio con l’oculista. “Segni di riconoscimento” si apre con il ritrovamento del cadavere di un uomo, completamente nudo e con il corpo completamente coperto – viso escluso – da un tatuaggio rappresentante un intrico di foglie di edera interrotto soltanto da una carpa koi. “Viaggio a Cuba” racconta di una vacanza-premio appunto a Cuba per un gruppo di dipendenti di un’azienda milanese, alcuni dei quali sono interessati soprattutto alle donne del luogo.

Ogni singolo racconto ci presenta, con poche ma precisissime pennellate, personaggi credibili, all’apparenza assolutamente normali (con lati negativi, come chiunque), in situazioni per la maggior parte comuni – visite mediche, incubi, vacanze, litigi con la famiglia. Ma poi Cecilia Lavopa, usando poche parole essenziali e incisive, rivolta tutta la situazione, inserendo l’orrore nelle loro vite, all’improvviso come suggerisce il titolo della raccolta. Ma non si tratta di un orrore soprannaturale, proveniente da esseri partoriti dalla fantasia dell’autrice. Tutto l’orrore viene dall’essere umano, dalla crudeltà o dalla follia, da menti malate o sadiche. Il che è ancora più terrificante.

Certi racconti potrebbero tranquillamente essere usciti dalla penna (o meglio, dalla tastiera) di Stephen King, in particolare “Il buio”, e sicuramente tutti, nessuno escluso, entreranno nella testa – e, chissà, negli incubi – del lettore, con la loro normalità perversa e le loro normali perversioni, con la scrittura incredibilmente naturale ma allo stesso tempo cesellata con arte di Cecilia Lavopa, con l’uso occasionale dei dialetti che aiutano a farci sembrare i personaggi che l’autrice ha creato non creazioni di fantasia ma persone reali, gente che potremmo avere già incontrato da qualche parte, i più abbienti e quelli che faticano a sbarcare il lunario, i vanitosi e gli umili, quelli che si credono speciali e che, come tutti noi, a modo loro lo sono.

Sfogliando di nuovo il libro mi rendo conto di una cosa: i racconti contenuti in “Noir all’improvviso” non sono poi così brevi. Ma la sensazione che ho avuto leggendolo è stata quella di trovarmi di fronte a una serie di brevi sorsate d’acqua fresca, storie che si bevono con piacere e lasciano rinfrescati grazie a una scrittura leggera ma allo stesso tempo angosciante quando serve (in alcuni racconti l’angoscia è totale, in altri ci sono colpi di coda finali che mozzano il fiato dopo eventi all’apparenza assolutamente quotidiani).

Insomma, chiunque ami il noir – e l’horror – non può lasciarsi scappare questo gioiello di raccolta.

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal sito L'Isola del tesoro 

Questa pregevole edizione di una piccola, giovane, intraprendente casa editrice, I Buoni Cugini Editori, raccoglie una serie di racconti che l’autrice Cecilia Lavopa, milanese, coordinatrice di Contornidinoir, uno dei più apprezzati blog di recensioni di narrativa soprattutto gialla, thriller e noir, ha scritto negli ultimi anni sulla scia di ispirazioni improvvise colte in scene di vita quotidiana: racconti noir, mirati al colpo di scena, con… “almeno un morto” (è il titolo della collana), ma scritti col sorriso.
Sembra un paradosso ma l’autrice ha saputo dosare con originalità l’aspetto inquietante che si nasconde nella vita con aplomb delicatamente ironico. E’ come se avesse voluto esprimere paure recondite che spesso non abbiamo neppure il coraggio di ammettere a noi stessi o sentimenti non nobili dei quali ci vergogniamo, costruendoci sopra dei brevi racconti, di gradevolissima leggibilità.
Le storie sembrano condurre verso un finale verosimile per poi deviarne improvvisamente sorprendendo il lettore con un evento estremo, spesso un omicidio all’arma bianca, un coltello. L’assassino colpisce all’improvviso, con estrema freddezza, per un motivo spesso banale, irrisorio. E può essere chiunque, anche chi, un attimo prima, sembrava la persona più normale, equilibrata ed affidabile del mondo.
Sembra che l’autrice voglia scuoterci dall’apatia di tutto ciò che viene dato per scontato nel bene e nel male. Sembra che voglia metterci in guardia dagli altri, dalle gelosie, dalle invidie, dai rancori che possiamo suscitare; ma anche da quelli che gli altri possono suscitare in noi.
I finali cruenti appaiono quasi una cinica e paradossale battuta di spirito: sono scene gotiche che fondono umorismo, noir, e introspezione psicologica; una profonda e coraggiosa introspezione psicologica sul realismo dei sentimenti più comuni, mettendo il lettore di fronte alla loro estremizzazione, alle conseguenze potenziali che quel momento di invidia, di gelosia, di ripicca, che tante volte ciascuno di noi prova nella vita di ogni giorno in famiglia, sul lavoro, nei rapporti sociali, potrebbe avere, se lasciato libero da vincoli etici e sociali.
In fondo, però, proprio la leggerezza con la quale esplode in fine racconto la scena del delitto sembra in un certo senso voler tranquillizzare il lettore, invitandolo ad apprezzare proprio quei vincoli che normalmente impediscono alle pulsioni più violente di manifestarsi in tutta la loro potenza distruttiva. Non si può non far cenno alle stilizzate ed espressive illustrazioni con le quali Michele Finelli ha colto l’elemento basico del racconto, un gesto, uno sguardo, un’espressione, un oggetto. Corredano il volume rendendolo piacevole da sfogliare e risfogliare.

https://www.lisoladeltesoro.net/2019/07/noir-allimprovviso-di-cecilia-lavopa-i-buoni-cugini-editore/

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Liberidiscrivere 

a cura di Giulietta Iannone 

15 racconti compongono l’antologia Noir all’improvviso di Cecilia Lavopa, edita da I Buoni Cugini, con prefazione di Marilù Oliva.
15 racconti noir che hanno la peculiarità di concentrare tutta la carica destabilizzante e perturbante nel finale, scelta stilistica singolare che denota una precisa consecutio narrativa non frutto di improvvisazione.
In un primo tempo conosciamo la realtà di tutti giorni, quasi prosaica, normale, tranquillizzante, anche se i germi di una sottile inquietudine in realtà vengono gettati, ma con parsimonia, sottopelle. Poi il finale ribalta tutto, la calma apparente, le prospettive, la placida quotidianità, e proprio all’improvviso entriamo nel cuore nero della vicenda.
Cecilia Lavopa ha una proprietà narrativa notevole, attenta ai dettagli, alle sfumature, con grande immedesimazione, quando parla di soldatini in miniatura lo fa come un collezionista, quando ci descrive i lati più crudi del mestiere di poliziotto lo fa senza perifrasi, quando delinea le psicologie dei personaggi, lo fa con pochi tratti ma essenziali, netti, taglienti.
L’ho ammirata molto per questo, e sono sincera, scrivendo anche io racconti ho apprezzato la competenza con cui tratta temi diversi con naturalezza mettendo a frutto la sua grande esperienza di lettrice di argomenti i più vari, senza parole superflue, (si sa l’arte del racconto si gioca tutta nella brevità, nella mancanza, nella sottrazione). E ogni racconto diventa come un iceberg (la lezione di Hemingway sembra risuoni sottotraccia), il sommerso è più profondo e reale del visibile.
Un’ altra caratteristica che mi ha colpito è l’utilizzo del dialetto, di più dialetti, con competenza e certosina attenzione, frasi e parole intarsiate nella narrazione in lingua italiana, che rendono la lingua viva, dinamica, duttile.
Insomma Cecilia Lavopa è brava, la sua autentica passione per il genere filtra dalle pagine lasciando a volte sensazioni di reale disagio quando tratta della follia, della malattia, della solitudine, delle perversioni, o della semplice sfortuna di un ragazzo che si fa un tatuaggio.
Il mondo è noir, c’è poco da dire, descriverlo dopo tutto è solo un esercizio realistico di osservazione, analisi e interpretazione come Luigi Bernardi anche lui appassionato del genere aveva bene sintetizzato.
Se conoscete più Cecilia come fondatrice di “Contorni di noir” e animatrice culturale, beh avrete una gradita sorpresa. Da segnalare i disegni di Daniele Finelli. Buona lettura!

Cecilia Lavopa, milanese d’adozione e tedesca di nascita, lavora in una compagnia di assicurazioni ed è blogger per passione.
Moderatrice per quattro anni del forum di Qlibri, ha fondato “Contorni di noir”, sito nel quale scrive recensioni di romanzi noir, thriller e gialli e realizza interviste.
Ha intervistato dal vivo autori come Tess Gerritsen, Lee Child, Glenn Cooper, Joe R.Lansdale, Massimo Carlotto, Jonathan Coe.
Ho partecipata a BookCity Milano come presentatrice di autori come: Alan Altieri, Marco Malvaldi e Charlotte Link.
Ha co-presentato (insieme al curatore Riccardo Sedini) Lomellina in Giallo 2012.
Ha presentato al NebbiaGialla 2018 (curatore Paolo Roversi) autori nazionali e internazionali.
Appassionata di gatti, se poi sono neri ancora di più. Ama tanto viaggiare, soprattutto con la fantasia.
“Noir all’improvviso” è la sua prima antologia di racconti.

https://liberidiscrivere.com/2018/12/19/noir-allimprovviso-di-cecilia-lavopa-i-buoni-cugini-2018-a-c...

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa 
Recensione dal blog Sisterbooks

C'è una domanda che ogni lettore accanito, e non solo, almeno una volta si è posto, più seriamente o meno: riuscirei a scrivere un libro? Cecilia Lavopa, amica di una vita ma soprattutto fondatrice e blogger di Contorni Di Noir, il blog per eccellenza di riferimento per il genere giallo/thriller/noir, fa il suo debutto nel mondo dell'editoria da un'altra prospettiva, quella da scrittrice. 
Quindici sono i racconti che compongono la sua prima pubblicazione, "Noir all'improvviso", uscito per la casa editrice I buoni cugini il 20 novembre 2018.
Quindici racconti in cui si percepisce la grande passione per il genere, ma anche e soprattutto una spiccata abilità come scrittrice. In ogni storia viene analizzato il lato oscuro che si nasconde dietro ogni angolo e dentro ai protagonisti, Cecilia Lavopa racconta situazioni di vita quotidiana, in cui i personaggi sono persone comuni, rendendo così più angoscianti e autentiche storie.
La sensazione provata durante la lettura è quella di una perenne tensione, in cui il colpo di scena è dietro l'angolo e proprio sul finale l'autrice riesce a sorprendere facendoci rimanere a bocca aperta.
I racconti sono molto semplici e tutti diversi tra loro, sono originali e inaspettati. Combinano argomenti e tematiche diverse, come le ossessioni, i disturbi psichiatrici, le paure e malattie, con un preciso filo conduttore: il lato nascosto di noi stessi, quello che tendiamo a reprimere e che fa agire i protagonisti - che hanno perso ogni contatto con la realtà - in maniera non convenzionale.
La nostra passione per il genere ci ha permesso di trovare i racconti affascinanti e al contempo sconvolgenti, tra i nostri preferiti sicuramente c'è il primo, "Il Buio", forse il più inquietante di tutti, in cui una ragazzina ha il terrore del buio.
Ogni racconto è unico e ogni finale aumenta la voglia di proseguire e scoprire in quale nuovo scenario ci si imbatterà. Le pagine scorrono velocissime e si ha la sensazione di non riuscire più a fermarsi e smettere di leggere.
Cecilia Lavopa si è dimostrata una scoperta sorprendente, i racconti lasciano qualcosa dentro, ognuno per motivi diversi. Non ci addentriamo nel dettaglio per lasciare a voi lettori il gusto e soprattutto il piacere di scoprirli uno per uno. Un'antologia che ogni amante del genere thriller e horror non può assolutamente perdersi!  
https://sistersbooks.blog/recensioni/Noir%20all'improvviso
Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog La bottega del giallo 

15 RACCONTI, 15 DISEGNI, UN SOLO FIATO SOSPESO

15 racconti di una scrittrice che prima di tutto è la fondatrice di un dei blog più influenti del genere Contorni di Noir, 15 disegni di Michele Finelli che nel bianco e nero risalta il rosso come unico colore. Un titolo, azzeccatissino, Noir all’improvviso.

Perché è questo il leit-motiv che tiene legati tutti questi racconti, il noir che piomba all’improvviso in vite qualunque, normali, di tutti i giorni, ma che nell’ultima riga prendono una svolta imprevedibile.

Le svolte improvvise sono il punto di suspense di Cecilia Lavopa, la vita scorre come sempre, fino a quando qualcosa cambia le carte in tavola. Sicuramente un modo di fare suspense conosciuto, ma molto difficile da applicare in racconti brevi perché devono dare la sferzata al racconto nel momento giusto e chiosare il racconto.

Altro aspetto che mi ha fatto apprezzare molto il lavoro della scrittrice è il troncamento del racconto, una sospensione stilistica molto bella che permette al lettore di chiudere il libro ed immaginare una sua evoluzione.

La stile è fluido e completo, molto difficile nei racconti brevi. Eh sì, qui si parla di racconti brevi, quindi Cecilia Lavopa ha dovuto sintetizzare tutto in poche pagine e raccogliere descrizioni e ambientazioni, parole e sentimenti, non in poche righe, molte volte anche in una sola parola.

Anche se meno rinnomato, il racconto è una forma di espressione molto più difficile del romanzo, primo ostacolo è la lunghezza. La scrittrice, in questo caso, ha avuto poco spazio a disposizione per raccontare senza dimenticare niente, perchè è facile scrivere un racconto zoppo o a metà. Ma non è il suo caso.

Nei racconti brevi noi, non mettiamo mai i voti anche perché sarebbe una media di tutti i racconti e otterremmo un giudizio globale quando la forza di questi racconti è singola, delle piccole miniature da apprezzare.

Comunque voi che siete nostri lettori, sapete benissimo che se ne parliamo vuol dire che ne vale la pena. La Bottega non ha mai fatto pubblicità a libri non meritevoli.

https://www.labottegadelgiallo.com/recensione/noir-allimprovviso/

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Thriller Café

Edito da I Buoni Cugini Editori, recensiamo oggi al Thriller Café Noir all’improvviso di Cecilia Lavopa. "Cristina, Ester, Michele, Irene. Solo alcuni nomi di gente comune descritta in scene di vita ordinaria che all’improvviso si trova catapultata in un terribile incubo. Quindici racconti neri, quindici storie che nascondono il male che si annida dove meno te lo aspetti. Atmosfere di pericolo, di disagio e di paura fanno da sfondo alle vicende nelle quali anche il lettore potrà immedesimarsi, in un crescendo di suspense e di orrore.

Inesauribile motore di Contornidinoir.it, Lavopa è ben conosciuta agli amanti del mondo giallo e thriller, online e non solo, data la sua costante presenza a eventi, rassegne e presentazioni di genere. Con questo libro la vediamo fare il gran passo da recensora a recensita e approdare dunque alla pubblicazione con un editore piccolo ma dedito alla ricerca della qualità. Forse siamo un po’ di parte, dato che il nostro Delitti al Thriller Café è stato dato alle stampe proprio da I Buoni Cugini Editori, ma gli appassionati di romanzo d’appendice di certo possono confermare la bontà della missione della casa editrice palermitana, conosciuta per la meritoria ripubblicazione dei volumi di Luigi Natoli, e più vicina ai nostri temi con pregevoli volumi nella collana Almeno un morto

Noir all’improvviso è una raccolta di quindici racconti nerissimi, scritti in cui l’autrice dà prova di grande fantasia e altrettanto ardore: partendo da situazioni di ordinaria quotidianità, da vite comuni e abituali, Lavopa analizza e descrive il lato oscuro dell’essere umano, le paure, i disagi e i pensieri occulti più reconditi, fino a condurre il lettore a epiloghi sorprendenti e impressionanti.

Nei personaggi ritratti magistralmente, nelle storie e ambientazioni del tutto differenti tra loro – di cui non voglio anticipare nulla, perché svelare anche solo una delle trame sarebbe un sacrilegio – l’autrice ha la straordinaria abilità di far intraprendere a chi legge una determinata direzione, per poi virare improvvisamente e trascinarlo verso un finale geniale e inatteso. Molteplici anche le tematiche trattate con intensità: patologie psichiche, incubi, desideri nascosti e feticismo, per citarne alcune; temi che creano brividi nel corso della lettura, come un ottimo noir deve fare.

Difficile, a mio parere, scrivere un racconto rispetto a un romanzo, perché in poche righe si deve sintetizzare efficacemente ciò che nel secondo caso viene sviluppato in centinaia di pagine: Cecilia Lavopa riesce benissimo nell’impresa, regalandoci per ogni singola vicenda un’alta quantità di suspense e pathos in cui il noir esce all’improvviso (mai titolo fu più appropriato!).  La splendida e incisiva introduzione di Marilù Oliva apre il sipario e le icastiche e inquietanti illustrazioni di Michele Finelli sono la chiave per schiudere la porta di ogni racconto: insieme rifiniscono la bellezza di questa antologia ricca e potente.

https://www.thrillercafe.it/noir-allimprovviso-cecilia-lavopa/

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Sugargulp

Cecilia Lavopa, blogger di successo, esordisce con una raccolta di racconti noir di tutto rispetto. Quindici storie, quindici piccoli mondi dalle tinte forti ma ricchi di sfumature che portano il lettore a interessarsi all’inganno nella pagina successiva, al mistero di una parola chiave, al paranormale legato alla trama.

Ogni racconto è preceduto da un disegno, creato da Michele Finelli. Ogni disegno ha un piccolo particolare dal colore rosso che lo contraddistingue, una sorta di filo conduttore.

I personaggi hanno esistenze uniche ma molto comuni, per questo è facile sentirli vicini di casa. Ma hanno anche un lato oscuro, indefinibile, legato magari al passato burrascoso o anaffettivo, oppure a una malattia, a un disagio. Da nord a sud l’autrice ci parla di immigrazione e emigrazione, di tradimento e condanna, di passioni e ossessioni.

Con una particolare attenzione, a mio avviso, a chi è più fragile nella nostra società, e potrebbe avere bisogno di aiuto. Non mancano le tradizioni meravigliose del nostro paese e la voglia di preservarle in ogni modo. Non mancano le espressioni dialettali, ben collocate. Danno tono e corpo ai protagonisti.

Non mancano, ovviamente, i colpi di scena legati al giallo delle storie, alla giusta suspense che avvolge un delitto. I miei personali complimenti a Cecilia Lavopa, lettrice accanita. Prefazione di Marilù Oliva.

Buona lettura.

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa
Recensione dal blog Mangialibri 

Angela Grandi è dispiaciuta che la figlia Cristina, dodicenne volitiva, continui ad aver paura di “Loro” nell’addormentarsi sola al buio in camera, ora che da quattro anni sono rimaste senza marito e padre. Proprio quella sera ha deciso di provare a uscire con Massimo, anche lui vedovo, devono andare a cena e poi a ballare, vorrebbe proprio divertirsi, finalmente. Sente troppa oscura morte intorno a sé… A sessantadue anni il ricco Marcello, capelli bianchi e ventre pingue, è in attesa di visita cardiologica in una clinica privata alla periferia della capitale lombarda nell’afa di luglio. Qualche anno prima uno stent (tubicino nei vasi sanguigni) e due ablazioni (eliminazioni di parti del muscolo cardiaco) lo avevano salvato, ma la situazione del cuore continua a peggiorare. Purtroppo ha lo stramaledetto vizio di mangiare arancine, sia lui che la moglie (dieci anni più giovane) sono di origine siciliana (e odiano la mafia), non riescono a farne a meno. Ha preso il numeretto per la fila ma l’illustre cardiologo americano sta ancora effettuando delicati interventi chirurgici, forse riuscirà a entrare, essere visitato sta diventando una questione di vita o di morte... Il commissario Stefano Gregori, il fedele agente Criscuolo e vari agenti della scientifica si trovano sulla scena del crimine. Nell’appartamento a ridosso di Piazza Selinunte ci sono sul pavimento il cadavere del pensionato 63enne Riccardo Bonalumi, ucciso da un colpo di pistola (scomparsa), e sul letto Paolo Luci ubriaco dormiente, aggrovigliato tra le lenzuola. Erano vicini di casa, entrambi avevano occupato abusivamente le poche stanze delle case, Luci grazie all’aiuto di altri senza fissa dimora compaesani pugliesi. Forse l’anziana legittima proprietaria era già morta, comunque nessuno si era più fatto sentire…

L’assicuratrice milanese Cecilia Lavopa è una delle più importanti book blogger italiane. Da quasi un decennio ha fondato e gestisce “Contorni di noir”, un ottimo aggiornato seguito sito di recensioni e interviste noir/thriller/gialli, imperniato su lei e altri quindici lettori “forti”. L’antologia di racconti è il volume d’esordio dall’altra parte della barricata dello stesso genere, vicende scritte anche in precedenza senza obiettivo di pubblicazione. Si tratta di quindici brevi storie narrate sia in terza persona (la maggior parte) che in prima (con curiose originalità), in genere al passato, ambientate perlopiù nella città meneghina, citata o meno, o in altre varie località (dalla longeva Sardegna al limitrofo bacino dell’Adda, da Canazei a Ferrara, infine a Cuba). Ogni racconto è introdotto da una graziosa illustrazione in bianco e nero con macchia rossa di Michele Finelli. Il filo unitario (da cui il titolo) è descritto da un’articolata introduzione dell’amica scrittrice Marilù Oliva: “Momenti di vita quotidiana che, a un certo punto, virano in una svolta fatale trascinando il lettore, lasciandolo col fiato sospeso, fino all’esplosione” degli epiloghi spiazzanti. Si legge molto gradevolmente, non tutte le storie sono egualmente accurate e riuscite, comunque sempre divertenti e scoppiettanti, ben scritte. Colpiscono gli abbozzi di trama in cui si uccide preventivando gli altri da far incolpare.

Valerio Calzolaio

Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa 
Recensione dal blog Thrillernord

Cosa si può celare dietro la spiazzante normalità?

Questa è la domanda fondamentale che sovviene durante la lettura di questi racconti, che all’interno di un banale quotidiano nascondono il giallo, il noir, l’inquietudine, fino ad arrivare a picchi di terrore.

Perché se è vero che nulla è più terrificante del quotidiano è anche vero, nel contempo, che niente rassicura di più di ciò che è convenzionale.

Ed in questi quindici racconti non c’è niente che lo sia.

Al contrario: scandagliano la superficie in tantissimi frammenti per fare emergere il buio più cupo e più torvo. Il noir si manifesta attraverso gli incubi, che esplodono nel sonno o nello stato di veglia, tramite la follia che prorompe nella vita di ogni giorno e trova il modo per serpeggiare in una giornata comune, in una persona comune, mentre è su un tram che la porta al lavoro, mentre si ammira le scarpe indossate con orgoglio, o mentre attende il proprio turno dal medico. Tutto questo senza tralasciare quel pizzico di humour che allenta la tensione al punto giusto, e inaspettatamente fa sorridere.

Sono brevi, immediati, autoconclusivi ed arrivano. Tutti. Le notevoli le capacità narrative dell’autrice non sono inficiate dalla rapidità dei racconti, piuttosto direi che vengono esaltate.

Sono quindici storie, e sono una più seducente dell’altra. Ognuna di esse riesce a far precipitare istantaneamente il lettore in una realtà avvolgente e coinvolgente che lo accoglie pienamente e dalla quale è difficile staccarsi. L’unica opzione è proseguire con il racconto successivo.

Sono mondi semplici e concreti dove è difficile non riconoscersi perché sono realtà che ogni lettore potenzialmente vive, e sono azioni che ognuno compie. Sono protagonisti ordinari, che vanno al lavoro, vanno in vacanza, hanno distrazioni e relazioni. O almeno ci provano.

I temi che vengono toccati sono variegati e spesso complessi. Ci imbattiamo nella malattia incurabile, nelle passioni, nelle difficoltà economiche e nelle varie ossessioni. Disparati gli argomenti trattati che fanno da sfondo naturale ad eventi che imperversano ribaltandorepentinamente ciò che sembra.

Rappresentative e notevoli le illustrazioni di Michele Finelli che impreziosiscono le storie cogliendone l’essenza, presentandole iconicamente e lanciando un messaggio immediato e simbolicamente rilevante su ciò che verrà letto.

I racconti sono talmente scorrevoli che si leggono voracemente con il desiderio che non finiscano mai. E la scrittura è fluente, semplice ed intrigante.

Una raccolta dalla quale sarà difficile separarsi e che ci lascerà il desiderio di leggere altre storie, altre vite, altri racconti così elegantemente noir. 

A cura di Barbara Aversa Pacifico

Blog killers

Blog killers (AA.VV.)
Recensione dal blog Thrillercafé

Riunire in un solo volume i blogger di thriller e noir più noti in Italia: questa l’idea di Monica Bartolini, che ha lanciato la sfida a dieci siti e portali, raccogliendo il risultato in Blog killers.

Almeno un morto”, questo il tema e filo conduttore dei dieci racconti che sono stati pubblicati recentemente da I Buoni Cugini in un libro impreziosito dalla copertina di Niccolò Pizzorno, illustratore e grafico, abituale collaboratore della casa editrice di Anna Squatrito e Ivo Ginevra.

Almeno un morto è anche il nome della collana tematica nella quale trovate, oltre al presente Blog killers, anche altri cinque volumi, fra i quali il “nostro” Delitti al Thriller Café.
Blog killers è allo stesso tempo una mappa cartacea dei più importanti luoghi digitali di genere giallo, noir e thriller e occasione per i curatori di quei luoghi di passare dall’altra parte della barricata e cimentarsi con la narrativa, abbandonando per qualche momento le abituali vesti di critici, saggisti e commentatori della scena italiana e internazionale.

A rappresentare Thriller Café troviamo il creatore e curatore del portale, Giuseppe Pastore, che sonda e scandaglia la letteratura thriller e gialla su queste pagine dall’ormai lontano 2007. Vi forniamo ora l’elenco degli autori presenti su Blog killers, con il sito di riferimento:

Cristina Aicardi – Milano Nera
Nico Donvito – 50/50 Thriller
Caterina Falconi – Libroguerriero
Manuel Figliolini – La Bottega del Giallo
Elio Freda – Gialloecucina
Cecilia Lavopa – Contorni di noir
Giuseppe Pastore – Thrillercafé
Isabella Saffayè – Thrillernord
Lorenzo Strisciullo – Mangialibri
Aniello Troiano – Rivista Fralerighe

Monica Bartolini, nostra collaboratrice e curatrice dell’antologia, è un nome ben conosciuto nella scena italiana di genere, avendo esordito nel 2008 con il romanzo Interno 8 per Albatros – Il Filo editore. Da quella data si è quindi distinta in un gran numero di premi letterari del settore, fra i quali spiccano una vittoria al Premio Gran Giallo Città di Cattolica (XXXVII edizione del MystFest) e una finale al Premio Tedeschi 2011.
Suoi racconti sono apparsi anche in appendice ad alcuni numeri dei Gialli Mondadori. 

I racconti di Blog killers sono introdotti da Giuseppe Previti con queste parole: "In Italia il poliziesco, il giallo, il noir, il thriller sono i generi che vendono di più, sono tra i più amati e visti al cinema e in televisione. Si è così formata negli ultimi dieci anni una generazione di esperti che ci fanno conoscere romanzi, racconti, telefilm, film, colonne sonore, personaggi, festival. Signori miei questi sono i bloggeristi, e la loro importanza è stata spesso preponderante nella diffusione del genere giallo. Ma ecco che grazie a una simpatica, e forse un po’ provocatoria iniziativa dell’editore I BUONI CUGINI è lanciata una sfida a chi abitualmente giudica e recensisce gli scrittori tramite il proprio blog. È stato dato un tema, ALMENO UN MORTO e a scrivere su di esso dei racconti, poi riuniti in questa antologia, sono stati invitati dei bloggeristi. Tra coloro che si sono cimentati ci sono degli scrittori, dei giornalisti degli insegnanti, ma anche dei professionisti, degli assicuratori e tanti altri. Possiamo ritenere che l’iniziativa di questa antologia sia stata raccolta al volo dai partecipanti a testimonianza del loro amore per il giallo e per la scrittura in genere. Si è affrontato l’argomento in varie maniere, che poi sia giallo, noir, thriller poco importa, la suspense c’è, e del resto i nostri autori sono tutti del mestiere e non potevamo avere dubbi. Questi dieci racconti sono l’ennesima conferma di una passione infinita verso questo genere letterario, e quindi grazie ai partecipanti per essersi messi in gioco, pronti questa volta a essere loro i recensiti.

https://www.thrillercafe.it/blog-killers-aa-vv/

Blog killers

Blog killers (AA.VV.)
Recensione dal blog Sherlockmagazine

Una bella idea davvero quella di invitare certi blogger a scrivere racconti sul tema “Almeno un morto” nelle varie sfaccettature della letteratura poliziesca. In tutto dieci che rappresentano, come scrive Giuseppe Previti nella prefazione “l’ennesima conferma di una passione infinita verso questo genere letterario”. Merito della casa editrice, dello stesso Previti e della curatrice Monica Bartolini.

Avevo già scritto “Veniamo a qualche breve spunto…” con l’idea di appuntare i fatti salienti dei racconti prima di buttar giù la recensione quando, dopo un po’, mi sono stancato (appartengo alla congrega degli sfaticati nati il 1° maggio) e ho deciso di non interrompere più la lettura ma di gustarla lentamente. Ed è venuta fuori una ricca miscela di idee, invenzioni e soluzioni tipiche di ogni giallo, thriller o noir che si rispetti. Partendo dalla famiglia. Dalla violenza e dal male che si annida dentro l’universo familiare, come quella orrenda maschilista sulle donne e sugli altri elementi più deboli sin dall’infanzia. Con tutte le conseguenze possibili sulla loro vita presente e futura che possono portare anche al delitto. Violenza o mancanza di amore da parte degli adulti e a volte degli stessi figli che non vedono l’ora di rinchiudere i propri vecchietti in una casa di riposo. Se a ciò si aggiunge anche quella sociale il quadro che ne deriva risulta davvero raccapricciante. D’altra parte almeno un morto è indispensabile in questi racconti, e dunque l’istinto omicida deve pur venire fuori da qualche sanguinosa fessura.

Altro elemento importante l’amore (mi viene in mente Ah, l’amore l’amore di Antonio Manzini), il sesso, i festini, la baldoria e il tradimento che provocano inevitabilmente situazioni angosciose per chi lo subisce e, inevitabilmente, un finale tragico per chi lo ha prodotto. Anche se non sempre tutto fila liscio come l’olio, perché a volte il Caso ci mette lo zampino (mi ricorda qualcuno…), persino due volte, e alla fine addirittura nelle vesti di un tappeto sgualcito…  La scena si può svolgere in qualunque luogo, spesso in ospedale dove già aleggia per le stanze l’ombra della morte (qui si può anche tirare il calzino scivolando sul borotalco)  e nascere da un vero e proprio incubo. Vedi il tizio che si risveglia dentro un freezer (giuro) in una baita di montagna (chi ce l’ha infilato?) mentre qualcuno sta preparandogli la fossa. Oppure il terribile assassino che uccide seguendo le indicazioni di due alieni (arigiuro!) usciti da un ripetitore telefonico. E se non è pura e cruda realtà, allora si tratta, comunque, di pura e cruda allucinazione (siamo sempre in ospedale).Non manca, non poteva mancare il serial killer, personaggio pazzesco di mille avventure tutto preso dall’odio viscerale per le donne e nello stesso tempo appassionato di fiori (che carino!). E le donne? Hanno almeno una parte nefasta in questa tregenda di sangue? Certo che ce l’hanno. Come quella che se ne va in crociera con il figlio armata di tutto punto per far fuori la vittima predestinata. E non c’è bisogno di pistole e coltelli. Alla donna basta il veleno e un po’ di sorriso a tirar su l’angosciato lettore in questa valle di lacrime.Il tutto costruito con gli ingredienti essenziali tipici di questi particolari racconti: brivido, paura, panico, alternarsi di sequenze temporali e di personaggi ognuno con le proprie caratteristiche, il passato penoso e tragico che si riversa nel presente, l’uso delle frasi in corsivo, i tentativi di depistare il lettore, il famoso colpo finale a sorpresa. Eccetera, eccetera.Davvero una bella iniziativa e un bel libro.

Fabio Lotti

https://www.sherlockmagazine.it/8607/blog-killers

Blog killers

Blog Killers (AA.VV.)
Recensione dal blog Milanonera 

Come molti altri siti specializzati in recensioni, anche MilanoNera ha partecipato all’antologia Blog Killers, una simpatica sfida per vedere se noi che siamo abituati a giudicare, saremmo riusciti a scrivere un racconto giallo o noir con almeno un morto. Ora sta a voi giudicare. MilanoNera ha chiesto ad alcuni scrittori di leggere la raccolta e di esprimere liberamente il loro pensiero.
Ecco cosa ne pensa Gabriella Genisi

Almeno un morto
Quelle volte che sei stritolata tra due libri, uno da scrivere, l’altro in uscita ma ancora con l’editing da fare, e ti chiama una cara amica.
“Ciao Gabri, ti mando un libro di racconti, leggilo e se ti va scrivi una recensione.”
“Certo, che libro?”
“Almeno un morto – Blog Killers. I Buoni Cugini Editori.”
“Bel titolo, Chi l’ha scritto?” chiedi incuriosita, aspettando il nome del collega giallonoir.
“Noi dei blog” precisa lei.
“Ah.”
Abbozzi, sei perplessa ma non lo dai a vedere.
“Ottimo, dammi un paio di settimane, leggo tutto e poi ti dico.”
E intanto pensi le solite banalità. Tutti che scrivono, ma che bisogno c’era di una nuova antologia, tanto nessuno legge più, i libri non si vendono, le librerie chiudono, le case editrici pure, e bla bla bla. Bastano i miei libri, no?
I soliti pensieri da scrittori egocentrici, si sa. Ma tant’è, ti sei impegnata e ti tocca. Intanto i giorni passano e l’antologia occhieggia sul comodino minacciosa come un compito in classe da correggere.  Fino a che una domenica pomeriggio, ultimo giorno utile di quelli promessi, decidi. Ti prendi un’oretta al massimo tra lettura a volo d’uccello più recensione, e buonanotte.
E invece..
E invece accade che l’antologia ti spiazzi sin dalle prime pagine, con il racconto Il posto giusto scritto da Nico Donvito di 50/50 Trhiller, dove ritrovo ambientazioni e tematiche trattate nel mio prossimo noir, fino al sorprendente Omar della bravissima Cecilia Lavopa di Contorni di noir. Cominci a leggere con attenzione ogni racconto, sempre più presa dalle atmosfere e dalla bravura degli autori, prendi per esempio l’elegantissimo La regina dei Grigi di Caterina Falconi per Libroguerriero, la folgorante black comedy Stesi al sole di Cristina Aicardi di MilanoNera, che mi ha fatta piegata in due per le risate, e tutti gli altri sei racconti. Insomma, per leggerlo tutto ho impiegato ben più di un pomeriggio, oltre alla recensione, ma credetemi ne vale davvero la pena. Insomma un libro consigliatissimo, da leggere tutto d’un fiato e regalare agli appassionati di noir.
Gabriella Genisi

Delitti al Thriller Café vol. 2

Delitti al Thriller Café vol. 2
Recensione dal blog La tela nera

di Matteo Servili 
Dopo il successo della prima edizione del suo concorso letterario e della relativa antologia,
Thriller Café (www.thrillercafe.it) torna in libreria con una nuova raccolta: Delitti al Thriller Café vol. II, contenente i racconti premiati e segnalati nella seconda edizione del Premio letterario Thriller café, organizzato in collaborazione con I Buoni Cugini Editore
L'antologia propone 19 racconti, selezionati dalla super giuria composta da Andrea Novelli, Remo Bassini, Diego Lama, Alessio Valsecchi e Gianpaolo Zarini.
Tra questi, a spuntarla nel concorso erano stati Francesca Santi con Turno di notte e Gianluca di Matola con I compleanni di Viola. A Lorenzo Garzarelli era andato invece il premio speciale Gianpaolo Zarini, assegnato al racconto preferito dallo scrittore che purtroppo ci ha lasciati prematuramente lo scorso luglio.
A impreziosire l'opera anche una prefazione di Diego Lama (autore della serie Veneruso per Il Giallo Mondadori) e dei disegni di accompagnamento, uno per ciascun racconto, realizzati da Stefania Borsci, Isabella Ceravolo, Ariella de’ Navasques (autrice anche della copertina), Francesco Gnozzi, Daniele Iurato, Niccolò Pizzorno.
Un volume quindi che alla qualità degli scritti unisce un'elevata cura editoriale e dei materiali, a ulteriore testimonianza di quanto le iniziative di Thriller Café siano di assoluto rilievo nel panorama della scrittura di genere giallo e thriller.
Vi lasciamo alla lettura con le parole del curatore Giuseppe Pastore, che in quarta copertina scrive: I racconti del secondo concorso letterario indetto da Thriller Café sono come shottini di tequila bum-bum: esplosivi e da buttare giù tutti d'un fiato. Ai lettori adesso la sfida: riuscirete a sfogliare questo libro con mani salde fino all’ultima pagina?
http://www.latelanera.com/editoria/news/notizia.asp?id=2383
Delitti al Thriller Café vol. 2

Delitti al Thriller Café vol. 2
Recensione dal blog Sherlock Magazine 

di Fabio Liotti

Una bella iniziativa di Giuseppe Pastore che ha raccolto i racconti dei vincitori e classificati del secondo concorso letterario indetto da Thriller CaféDai quali si può subito acquisire, oltre alle tematiche giallastre, qualche dritta che può esserci utile nella vita di tutti i giorni, come quella di non farsi fare lo stesso tatuaggio di un’altra persona. Non si sa mai cosa ci può capitare. Se siete padri, poi, cercate di voler bene ai vostri figli. Lapalissiano, ma datemi retta, non li trattate male. Occhio anche all’amnesia psicogena e alle delusioni d’amore forieri di non pochi problemi. E occhio a certi incontri. Se aspetti l’arrivo di una donna in osteria e trovi un vecchio che ha voglia di parlare con te, sembra che ti conosca e che ti capisca anche se stai zitto, non ti fidare. Fila via… Butto giù veloce all’impronta che i racconti sono davvero tanti e mi scuso per l’approssimazione. Ci si può commuovere davanti alla storia di una bambina, al suo triste compleanno, alla violenza che riemerge spontanea nei ricordi; oppure quando in fondo ad una vita arrivano tutti gli errori, tutte le disfatte che l’hanno costellata; ma ecco una festa di carnevale, una tradizione, il toro che muggisce tre volte, la vendetta, il sangue che scorre. E poi ancora la guerra, il tradimento e la parola “puttana!” ripetuta con rabbia; l’incontro con la vicina d’appartamento, l’amore presente e gli amori passati, il peso dell’abbandono con la classica domanda  “Ci si può rifare una vita?”. E il detective, il famoso investigatore privato di tanti parti sanguinolenti c’è? Certo che c’è! Mica poteva mancare. A Bologna, laureato pure in filosofia e appassionato di Derrick. Dovrà scoprire l’uccisione di una cuoca con un’arma invisibile. Che sparisce come in un altro famoso giallo…

Le storie tragiche avvengono in molti luoghi del nostro paese e in molti ambienti. Anche a scuola, magari raccontate in prima persona da una studentessa. E ci possiamo trovare di fronte a situazioni del tutto inaspettate come quella dei due disgraziati che stanno spaccando le ossa di un morto; così come altri macellai di carne umana, il prima, il dopo, la stampa, l’ambiente con i vicini troppo vicini ai macellai. C’è di tutto in questi racconti. Anche il diario di un ragazzino povero che ha perso il padre e vorrebbe dei regali a Natale come tutti gli altri compagni di classe. E il ricordo di un altro ragazzo che rivive, da grande, una brutta esperienza. Se poi  sei affiliato a qualche congrega assassina devi fare ciò che ti impongono, devi uccidere anche un vecchio compagno di classe diverso dagli altri; e ancora un cecchino cinese, un radioamatore, un film, un falso boy scout che fa finta di stare in missione in Africa ma chi racconta la storia è anche peggio. C’è di tutto e di più, dicevo, in questi racconti svolti con quella abilità tipica degli appassionati cultori del genere, profondi conoscitori di tutti i trucchi del mestiere. Squarci di vita popolare, spunti in dialetto, scene raccapriccianti che si trasformano in incubi, violenza che attira violenza, il sorriso che si insinua tra le pieghe del male, il passato che riemerge funesto, i falsi indizi che ci trascinano dalla parte sbagliata, il ribaltamento finale. Racconti veloci, spesso in prima persona, che ti arrivano addosso come una scarica di mitraglia. Ne hai finito uno ed ecco subito un altro. La vita e la morte. In un batter d’occhio.

E così sia.

https://www.sherlockmagazine.it/8634/delitti-al-thriller-cafe

Delitti al Thriller Café vol. 2

Delitti al Thriller Café vol.2
Recensione dal blog librierecensioni.com 

Presentazione:
E' l'antologia dei racconti premiati e segnalati del 2° premio letterario Thriller café, organizzato da Giuseppe Pastore, anima di Thrillercafé, sito internet specialiazzato in letterartura di genere noir, thriller, giallo. L'antologia comprende anche una prefazione di Diego Lama.
I racconti del secondo concorso letterario indetto da Thriller Café sono come shottini di tequila bum-bum: esplosivi e da buttare giù tutti d'un fiato. La missione degli autori era Almeno un morto, e tutti si sono dimostrati cecchini dalla penna implacabile. Ai lettori adesso la sfida: riuscirete a sfogliare questo libro con mani salde fino all'ultima pagina?

Dalla prefazione di Diego Lama:
Quando leggiamo una storia in realtà vogliamo dissetarci del male, del bene, della giustizia, dell'altrui morte: ci piace essere spettatori, investigatori, giudici, assassini e anche - soprattutto - vittime.
Leggiamo storie perché vogliamo toccare il tormento senza esserne sfiorati. Senza sangue. E il giallo, al contrario di altri generi narrativi, ci permette di scendere nel pozzo buio facilmente e con pochi sforzi.
Mi piace affondare nelle morti degli altri.
Mi piace affondare anche nelle storie scritte da altri.
Quando leggo racconti gialli tento di immaginare innanzitutto cosa c'è nella testa degli autori che li hanno scritti e poi mi chiedo da cosa siano stati spinti, da quale ignota battaglia.
Mi è molto piaciuto farlo per Thriller Café, che ha gestito con qualità il concorso e poi questo libro: ho trovato un bel livello di scrittura, anche nei racconti che non hanno vinto.
Dunque vi invito a cambiare pagina in fretta per passare alla lettura ma andando oltre le parole, oltre le storie che leggerete, tra le ombre, nei motivi segreti che le hanno generate, perché questo servirà a far luce alle vostre ombre, a scoprire le vostre oscure ragioni.
Delitti al Thriller Café vol. 2

Delitti al Thriller Cafè vol. 2 
Recensione dal blog Recensionelibro.it 

“Delitti al Thriller Café Volume 2” è stato pubblicato da I buoni cugini editori nel 2020. L’opera raccoglie i racconti selezionati tramite un concorso organizzato dal sito Thriller Café, ideato da Giuseppe Pastore, che dal 2008 gestisce il sito Thriller Café. Una giuria, dopo aver valutato tutte le opere partecipanti, seleziona i migliori gialli e thriller per poi designare i vincitori. I testi più meritevoli vengono inclusi all’interno dell’antologia. A impreziosire le storie raccolte nel libro “Delitti al Thriller Café Volume 2”, ci sono illustrazioni frutto della creatività di professionisti selezionati.  I 19 racconti raccolti nell’antologia dedicata alla seconda edizione del concorso indetto da Thriller Café hanno tutti qualcosa da dire. Le storie hanno suspense, spessore, toccano temi diversi, ma sempre avendo bene a mente l’importanza di una trama accuratamente delineata.  C’è molta passione in questa antologia. Si capisce dall’introduzione di Giuseppe Pastore, dalla prefazione di Diego Lama. Ma anche dalla presentazione accurata della giuria e degli illustratori che hanno partecipato a questo progetto. Il lettore  non solo potrà lasciarsi trasportare dalle storie raccolte in questo libro, ma potrà anche conoscere i volti degli ideatori del concorso, degli illustratori e degli scrittori grazie alle foto. In questo albo sono raccolti i vincitori della prima edizione avvenuta nel 2018 e della seconda edizione del 2020 in cui sono state create due sezioni: racconti fino a 8.000 battute e racconti fino a 20.000 battute. I testi sono di breve e media lunghezza, tutti con un inizio e una fine ben definita, ognuno con un suo percorso e un epilogo che porta quasi sempre a una svolta. L’ effetto sorpresa  c’è quasi in tutte le storie, che si leggono velocemente, con voracità. Il filo che tiene insieme tutti i racconti è la presenza del morto, l’unica reale richiesta per partecipare al concorso. Anche perché senza sangue, si sa, non sarebbe un thriller! Senza voler approfondire le trame  delle storie raccolte in  “Delitti al Thriller Café Volume 2”  per non togliervi il gusto, vi passiamo la palla. Non vi resta che  leggere il libro  se siete amanti dei romanzi gialli e dei thriller per farvi la vostra idea.

https://www.recensionelibro.it/delitti-al-thriller-cafe-volume-2/

Delitti al Thriller Café vol. 2

Delitti al Thriller Café vol. 2
Presentazione di Giuseppe Pastore dal blog Thriller Café

I clienti abituali del Thriller Café sanno che da questo bancone in oltre dodici anni di attività di storie di crimini ne abbiamo raccontate migliaia. Alcune con pathos, altre con perplessità o perfino noia. Perlopiù sono storie di altri, per le quali ci facciamo portavoce, interpreti, commentatori. Ma ci sono anche storie originali, scritte quando la saracinesca del locale si abbassa e il sottoscritto Barman dopo aver sistemato le bottiglie dietro al bancone, e le armi nascoste sotto, si siede a un tavolino e disegna nuovi progetti. Uno di questi è il concorso letterario di Thriller Café, orchestrato assieme al caro amico e collaboratore Ivo Tiberio Ginevra. Un premio che ci ha dato enormi soddisfazioni finora, con oltre 150 iscritti in due anni, scrittori professionisti come super-giurati, e ottime antologie come prodotto finale. Delitti al Thriller Café vol. I è stata la prima, e proprio oggi finalmente annunciamo la pubblicazione da parte de I Buoni Cugini Editori di Delitti al Thriller Café vol. II, che raccoglie i racconti vincitori dell’edizione II.

Ora, come dice il famoso adagio, chiedere al Barman se il whisky è buono potrebbe essere un’idea stupida e con onestà intellettuale ovviamente non posso dire che si tratti del libro dell’anno in assoluto, ma per Thriller Café questa nuova edizione rappresenta di certo l’apice di questo 2020, anno difficile per tanti versi e per quanto ci riguarda scosso anche dalla perdita di Gianpaolo Zarini, super-giurato di questa edizione.  Non starò adesso a indugiare sulla qualità degli scritti: se avete familiarità con i concorsi per gialli saprete già che molti degli autori inclusi nel libro hanno dei palmares di tutto rispetto. Né voglio sottolineare la cura dei dettagli, i disegni di accompagnamento, la prefazione di Diego Lama… Se acquisterete il libro potrete toccare con mano da voi e sono certo che sarete d’accordo col sottoscritto.Quello che sicuramente invece ci tengo a dire è che dietro a questo libro ci sono tante persone che si sono messe in gioco e hanno fatto del loro meglio per arrivare a voi lettori con un prodotto che aspetta ora un riscontro e un giudizio sincero, che aiuti chi scrive e chi organizza a continuare ciascuno nel proprio percorso e a migliorarsi per il prossimo appuntamento.Vi invito quindi a sostenere questo progetto e visitare il sito de I Buoni Cugini Editori per conoscere le modalità di acquisto.Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e ci faranno sapere se gli sarà piaciuto.Delitti al Thriller Café vol. IIAutori: Gabriele Astolfi, Marco Bertoli, Marta Boriero, Daria Camillucci, Marco Capozzi, Riccardo Cervero, Gianluca di Matola, Ivan Ficano, Lorenzo Garzarelli, Giorgio Leone, Mario Mattia, Lorenzo Quaglia, Roberto Rapastella, Alberto Rudellat, Francesca Santi, Fabrizio Savenago, Andrea Sola, Enrico Strappetti, Antonio Vastarelli. Prefazione: Diego Lama. Copertina: de’ Navasques.

Delitti al Thriller Café vol. 1

Delitti al Thriller Café vol 1
Presentazione di Giuseppe Pastore dal blog Thriller Café

Ciao, io sono Giuseppe Pastore e questa è l'antologia Delitti al Thriller Café che ho curato a seguito del primo concorso letterario organizzato dal mio sito.
Penso sia un'opera di buona qualità e mi farebbe molto piacere se tu volessi leggerla, poiché è stata creata apposta con l'ambizione di arrivare nelle librerie di molti lettori come te, aperti a conoscere nuovi autori e curiosi di toccare con mano l'impegno che abbiamo riversato in questo libro, io in prima persona, ma anche lo staff de I Buoni Cugini Editori che mi ha accompagnato in questa avventura.
Se mi accordi qualche minuto, quindi, ti spiego perché potrebbe piacerti.

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All'interno del volume troverai i migliori racconti selezionati tramite la prima edizione del concorso letterario Thriller Café, impreziositi da una prefazione di Romano De Marco (autore di L'uomo di casa, Piemme) e da un racconto inedito e scritto appositamente per l'opera da Piergiorgio Pulixi (autore di Lo stupore della notte, Nero Rizzoli); inoltre ogni racconto è corredato da una bella illustrazione a tinte fosche realizzata da artisti quali Pizzorno e Ballarini. Sicuramente i nomi di De Marco e Pulixi non hanno bisogno di presentazioni, come pure quello di Marilù Oliva (autrice di Le spose sepolte, HarperCollins Italia), terzo componente della super-giuria che ha decretato i vincitori. Ma se leggi l'indice qui a seguire, forse ti saranno familiari anche altri scrittori. Ci sono infatti tra i partecipanti a questa raccolta autori con alle spalle già numerose pubblicazioni, spesso finalisti o vincitori di importanti premi letterari nel panorama giallo/thriller, andando dal Premio Tedeschi al Gran Giallo di Cattolica, dal Carabinieri in giallo a Delitto d'autore, solo per citarne alcuni.