Rosaria Badalamenti, ma per tutti Rosanna, nasce a Palazzo Adriano il 6 settembre del 1971. Madre di due figli, che ama incondizionatamente. Insegnante di scuola primaria, fa del lavoro la sua passione. Adora i bambini e il loro meraviglioso mondo. Predilige le passeggiate all'aria aperta e fermarsi a guardare il mare. C'è tanto del mare in lei. Le piace anche fare lunghi viaggi in macchina, ascoltando la radio. Reputa l'amicizia il più nobile dei sentimenti, in grado di curare le ferite dell'anima. Persona dedita al sociale, volontaria e animalista.
Pubblica con "I Buoni Cugini editori" la sua prima raccolta, di 57 poesie Quello che non ho mai detto che ha ricevuto diversi premi letterari, tra cui il Premio Carmelo Ottaviano al Palazzo delle Aquile, il Premio Letterario Nazionale Paolo Amato ed è stato inserito nell'antologia Buongiorno Alda (Premio Alda Merini 2019)
Monica Bartolini (Roma 1964) si afferma nel mondo della scrittura gialla con i romanzi della serie del Maresciallo Nunzio Piscopo (Interno 8 e Le geometrie dell'animo omicida, quest'ultimo finalista al Premio Tedeschi nel 2011). Nel 2010 vince il Gran Giallo città di Cattolica per il miglior racconto italiano in ambito mistery.
Per I Buoni Cugini editori pubblica nel 2016 Persistenti tracce di antichi dolori, una raffinata raccolta di racconti gialli storici, che ha per filo conduttore le vicende legate al ritrovamento di alcuni antichi reperti che ancora oggi fanno bella mostra di sè nelle teche dei musei di tutto il mondo. Collabora da molti anni con i siti web www.thrillercafé.it e www.vivalibri.com per le recensioni di libri, ed è membro dell'Associazione Piccoli Maestri - Una scuola di lettura per ragazzi e ragazze che si occupa di leggere i classici nelle scuole italiane.
larossachescrivegialli@gmail.com
Vive e lavora a Vercelli.
Nato a Cortona (Ar) nel 1956, scrittore e giornalista, vanta un passato da operaio, portiere di notte, disoccupato. Ha scritto per Mursia, Fernandel, Newton Compton, Perdisa, e infine, per Fanucci con cui ha pubblicato: La notte del santo e La donna di Picche.
Delegato di Polizia prestò servizio in molti commissariati della Sicilia, fra i quali Catania, Girgenti, Ustica, Vittoria, Cefalù, Trapani, Acireale, Messina, Palermo oltre a paesi dei Nebrodi e delle Madonie. Nonostante gli si riconoscesse una particolare abilità nelle indagini di natura politica fu sempre vittima di trasferimenti dal sapore punitivo. Il suo carattere arrogante e morso dall’ambizione di fare carriera lo resero sgradito ai superiori gerarchici, e nemmeno valsero, oltre alle sue doti di poliziotto, alcune operazioni portate a termine brillantemente (come quella dei relegati libici a Ustica) e la scrittura di libri e saggi di carattere sociologico, all’epoca rarità nel corpo della Polizia di Stato. Ebbe promozioni sul lavoro, ma solo per anzianità e si congedò come Commissario Aggiunto.
Fondò e diresse per anni la Rivista di Polizia Giudiziaria e Scientifica. Pubblicò numerosi libri di carattere storico e di storia dell’arte, di antropologia criminale e sociologia, questi ultimi frutto delle sue esperienze lavorative. Ricordiamo:
I ricottari – La malavita di Palermo, contributo di sociologia criminale
La mafia e i mafiosi, origini e studio di sociologia
Storia della prostituzione in Sicilia
Un regolamento di polizia del secolo XVII in Palermo
Varsalona, il suo regno, le sue gesta criminose
La reazione dei Borboni in Sicilia nel 1799
Re Ferdinando III di Borbone e il giacobinismo in Sicilia
Amava la storia, l’archeologia, dipingeva quadri, voleva fare il maestro elementare, ma da figlio d’arte di ispettore di polizia seguì insieme al fratello le orme del padre.
Scrittore francese famoso soprattutto per Il conte di Montecristo e la trilogia de I tre moschettieri (Vent'anni dopo - Il visconte Bragelonne), è considerato il padre del feuilleton.
Fu uno scrittore particolarmente prolifico. Raccolse in vita un grande successo per le sue opere drammatiche di carattere sentimentale, per i romanzi storici, e anche se privo di una grande cultura specifica, la sua straordinaria immaginazione e il sapiente uso della scrittura gli valsero il calore del pubblico. Condusse una vita avventurosa (tra le tante raggiunse Garibaldi durante la spedizione dei Mille) che lo portò a viaggiare molto e così ebbe modo di conoscere i luoghi e le persone da cui trasse l'ispirazione per i suoi romanzi. Amò fortemente l'Italia in particolare la Sicilia e il meridione, e proprio in uno di questi viaggi il grande musicista catanese Vincenzo Bellini gli raccontò la storia del fuorilegge Pasquale Bruno che gli ispirò l'omonimo romanzo scritto nel 1838 successivamente tradotto in tedesco, spagnolo, inglese e italiano nel 1841.
Dumas morì povero e dimenticato dai suoi stessi lettori che iniziarono a preferire il romanzo realistico.
Poche sono le notizie biografiche sull’autore, all’anagrafe Paolino Spiridione Franco, nato a Mezzojuso (Pa) il 6 marzo 1828, da famiglia benestante, e indicato nelle carte giudiziarie come possidente, fratello di Agostino, vescovo cattolico di rito ortodosso e di Nicolò, futuro addetto alla Biblioteca vaticana. Attivo nella rivoluzione antiborbonica del 1848-49, nei primi giorni della quale conobbe i fratelli Bentivegna, e nella lotta clandestina degli anni successivi, in particolare nella fallita insurrezione del novembre 1856, prenderà di nuovo le armi nel 1860 con i picciotti che seguirono i Mille di Garibaldi fino alla battaglia del Volturno, dove fu ferito gravemente. Nominato capitano dell’Esercito meridionale, si spense a Roma il 2 gennaio 1914.
(Gli editori ringraziano la famiglia Franco per la gentile concessione della foto)
Nasce a Caltanissetta il 14 maggio del 1961 e vive a Palermo da più di quarant'anni. Ha esercitato la professione di avvocato, prima di trovare lavoro in una compagnia assicurativa e fonda insieme alla moglie la casa editrice I Buoni Cugini editori occupandosi della minuziosa ricostruzione di tutte le pubblicazioni di Luigi Natoli, nonchè di libri "introvabili" caduti nel dimenticatoio della collettività. Si dedica alla ricerca di nuovi talenti letterari leggendo una miriade di dattiloscritti.
Appassionato ornitologo si diletta nella riproduzione di uccelli anche rari. Giudice "esperto" in gare ornitologiche, è anche giornalista con numerose pubblicazioni di articoli nelle riviste specializzate del settore. Segue molto il calcio, legge parecchio e ogni tanto scrive qualche romanzo. L'ultimo pubblicato è "Guarda come si uccide" con I Buoni Cugini editori, che a breve ripubblicheranno anche Gli assassini di Cristo e Sicily Crime, due gialli con protagonista il duo investigativo Falzone e Bertolazzi, che saranno seguiti subito dopo da altri due nuovi romanzi inediti con gli stessi protagonisti.
ibuonicugini@libero.it
Maria Luisa Lamanna nasce a Lecco dove vive con la famiglia. Si occupa di poesia e fotografia, vari i riconoscimenti ricevuti.
Nel 2012 con l'editore spagnolo Albert Lazaro Tinaut ha pubblicato la laquette All'occhiello dell'eco (in versione bilingue) nell'ambito del progetto Carmina in minima re Barcellona, di seguito la raccolta Tre brividi soltanto nell'antologia Transiti diversi (Rupe Mutevole edizioni, Parma). Nel 2013 esce Il respiro incatenato (Edizioni Joker, Novi Ligure) che delinea una traccia precisa del suo narrare poetico. Nel 2015 sempre con Edizioni Joker pubblica la raccolta di aforismi sempre notte nel mercurio caduto inserita nell'antologia Geografie minime.
Inoltre spesso unisce poesia e fotografia in vari progetti, in un cammino dove viaggiano come anime speculari e complici.
Ha pubblicato con la casa editrice I Buoni Cugini editori la raccolta di poesie Una notte e l'altra
Sue sono le foto nelle copertine di: Guarda come si uccide (Ivo Tiberio Ginevra), Cosa vuoi sentirmi dire (Ivan Ficano), Vangelo di Marco in versi (Fra' Domenico Spatola), La civile indifferenza (testimonianza di Liliana Segre)
Milanese d'adozione e tedesca di nascita, lavora in una compagnia di assicurazioni ed è blogger per passione. Moderatrice per quattro anni del forum di Qlibri, ha fondato Contorni di noir, sito nel quale scrive recensioni di romanzi noir, thriller e gialli e realizza interviste.
Ha intervistato dal vivo autori come Tess Gerritsen, Lee Child, Glenn Cooper, Joe R.Lansdale, Massimo Carlotto, Jonathan Coe. Ho partecipata a BookCity Milano come presentatrice di autori come: Alan Altieri, Marco Malvaldi e Charlotte Link.
Ha co-presentato (insieme al curatore Riccardo Sedini) Lomellina in Giallo 2012. Ha presentato al NebbiaGialla 2018 (curatore Paolo Roversi) autori nazionali e internazionali.
Appassionata di gatti, se poi sono neri ancora di più. Ama tanto viaggiare, soprattutto con la fantasia.
“Noir all’improvviso” è la sua prima antologia di racconti.
La trovate su www.contornidinoir.it
Palermitano, laureato in Scienze della Formazione e studioso di storia e di archeologia del territorio siciliano. Autore di numerosi saggi, articoli e monografie di carattere scientifico e
divulgativo. Tra le pubblicazioni ricordiamo:
Palermo fuori le mura. La Piana dei Colli - 2000; Comunicazioni e trasmissioni. La lunga storia della comunicazione umana - 2001; Sto rie e leggende di Isola delle Femmine - 2005; Cavalieri di Malta, Turchi e Barbareschi per il dominio del Mediterraneo - 2006; Le torri di Palermo. Le difese della Piana e le opere di
fortificazione - 2006; Il Piano di Sant’Erasmo. Mille anni di storia alla Marina di Palermo - 2008; Scale, Neviere e Trazzere. Le vie storiche di comunicazione - 2012; Il nodo di Salomone. Il simbolo millenario - 2014; Sinan Baxà alias Scipione Cicala - 2016; Il fungo dei Cavalieri di Malta - 2021
Nato a Palermo il 6 marzo 1740 e deceduto nella stessa città il 20 dicembre 1815, è stato uno dei più grandi poeti iraliani e si è espresso per le opere più importanti in lingua siciliana. Il padre Antonio meli, di professione orefice, e la madre Vincenza Torriquas non erano di certo ricchi. Giovanni Meli dovette conciliare la sua passione per la letteratura con l'esercizio di una professione, e scelse quella di medico.
L'epoca storica in cui visse Meli è una delle più complesse e travagliate dello scenario europeo, e piena di grandi rivolgimenti: dalla rivoluzione francese alle campagne napoleoniche, fino ad arrivare al riassetto europeo del 1815 con il congresso di Vienna. Fu educato presso le scuole dei padri Gesuiti e si appassionò giovanissimo agli studi letterari e filosofici, trovò ispirazione nel pensiero illuminista dell'epoca, raggiunse la notorietà aderendo al movimento letterario dell'Arcadia con una dimensione tutta sua e con l'uso della lingua siciliana. Raggiunse la celebrità nel 1762 col poemetto La Fata galante; la fata incontrata da Meli gli proponeva, sotto forme di fiabe mitologiche, tematiche filosofico-sociali.
Dal 1767, esercitò la professione di medico per cinque anni nel paesino di Cinisi, dove era chiamato l'Abati, perchè vestiva come un prete. L'abito scuro del prete e l'abito del medico allora non erano tanto differenti e Meli continuò ad usare l'abito scuro per introdursi nei conventi dove si recava come medico; continuò a farlo anche quando si trasferì a Palermo.
Si descriveva lui stesso fisicamente brutto e continuava ad andare in giro vestito da Abate; ma era sensibile alla bellezza femminile, non mancò di amare e corteggiare donne ed a molte dedicò Odi e Canzonette. Con le Elegie del suo poema La Bucolica crebbe la sua fama e divenne conteso dalle dame dell'aristocrazia palermitana nei loro salotti: veniva particolarmente apprezzata la sua arguzia e la sua galanteria. Meli, però, andava ben oltre: la sua poesia era spesso intrisa di riflessioni filosofiche; in particolare con il poema Origini di lu munnu, esaminò tutte le correnti filosofiche dentro un quadro allegorico-mitologico.
La sua opera è estesa: dalla Bucolica alle Satire; dalle Odi alla bellezza femminile alle poesie di riflessione politica e morale; fino ai suoi interventi in filosofia, medicina e scienza.
Nel 1787 pubblicò la raccolta delle sue opere in cinque volumi col titolo di Poesie Siciliane. Sempre nel 1787 ebbe la cattedra di chimica all'Accademia degli studi di Palermo e venne chiamato a far parte come socio onorario delle più importanti accademie italiane come quella di Siena (1801) e quella peloritana di Messina. Una testimonianza dell'impegno sociale di Meli è l'aver fondato nel 1790 l'Accademia Siciliana, insieme a intellettuali come Francesco Paolo di Blasi, Giovanni Alcozer, Francesco Sampolo ed altri; fondazione che tra l'altro si occupò di studiare lo stato dell'agricoltura e della pastorizia nel regno di Sicilia.
Non fu mai ricco e spesso le difficoltà lo costrinsero a bussare alla porta dei potenti. Nel 1810 il re Ferdinando gli concesse una pensione annua, poi successivamente sospesa.
Nel 1814 Meli curò per l'editore Interollo di Palermo la ripubblicazione di tutte le sue opere poetiche; in tale occasione inserì la raccolta Favuli Murali, dove prendendo spunto da Esopo e Fedro, aveva costruito un poema morale con fine arguzia e umorismo tutto siciliano.
Sull'essere stato Abate o no, si è dibattuto tanto tra i biografi. Agostino Gallo, primo biografo del Meli, scrisse che nell'ultimo anno della sua vita prese gli ordini per avere in assegnazione un'abazia in Palermo. Tesi confutata dalla ricerca storica di Edoardo Alfano che, con il suo studio pubblicato nel 1914, dimostrava la totale assenza di menzione sulla presa degli ordini di Meli nei documenti degli archivi della chiesa palermitana. Certo fu lo stesso Meli che affermò in un suo memoriale poetico di aver preso gli ordini: nel settembre del 1815 inviò al duca d'Ascoli il memoriale affinchè lo presentasse al Re per perorare l'affidamento di un'abazia in Palermo.
La "cicala" Meli non rinunciò alla vita e a tutti gli aspetti della sua bellezza, volle vivere e poetare, nella sobrietà, nella pace e nella giustizia: e se Meli dice che "dintra di l'arma" (dentro la sua anima) è Abate, non dice una bugia, se si considera il suo rigore morale e il profondo senso di cristianità che è riuscito a legare con il suo pensiero illuminista. Portò quel modesto abito scuro che era comune ai medici e agli abati, esercitò la sua attività di medico per cinque anni in provincia di Palermo (e forse quell'appellativo di Abate iniziarono a darglielo in quel paese); a Palermo continuò a portare quell'abito scuro e modesto che lo distingueva dagli uomini della sua epoca (fine settecento) che si ornavano di parrucche, merletti e calze di seta.
Morì a Palermo il 20 dicembre 1815, in Europa si era conclusa l'avventura napoleonica e si chiudeva l'epoca che si era aperta con la rivoluzione francese.
Dello scrittore Benedetto Naselli non abbiamo notizie certe riguardanti la sua vita. Sconosciamo anche la sua data di nascita e di morte. Le uniche certezze sono soltanto che visse nella prima metà del 1800, con molta probabilità a Palermo, che era avvocato e giurista di particolare rilevanza intellettuale con all'attivo diversi saggi su argomenti legali, tra i quali quello Sul decreto dello scioglimento della promiscuità in Sicilia (Palermo, Lao, 1843) e che sicuramente fu incarcerato, come apprendiamo nella premessa del dramma teatrale I Beati Paoli "Questo lavoro fu meditato e scritto durante i lunghissimi e tristissimi giorni della mia prigionia..." avvenuta intorno al 1850.
La sua vasta produzione letteraria comprende altri drammi teatrali, nonchè romanzi, novelle e diverse opere antropologiche tra le quali Il festino: leggenda popolare (Palermo, Virzì - 1842).
Su I Beati Paoli scrisse lo stesso autore: "Ho svisata in menoma parte la storia, solo quando convenienze di nomi o di luoghi non permettevano dire la verità, del resto tradita mai, perchè tratta da cronache e da libri... Lo presentai al pubblico sulle scene; ma con cuore chiuso, come suol dirsi, senza coscienza sicura, anzi colla fiducia che dovea destare nell'uditorio la stessa noia e agonia del carcere. Il pubblico però fu più indulgente di me, ed anco il giornalismo più del pubblico, il primo chiamandomi all'onore dei prosceni, il secondo dando un esame critico molto giudizioso e per me lusinghiero assai..."
La sua opera letteraria che per più di un secolo e mezzo è rimasta polverosa a giacere negli scaffali di qualche libreria, è oggetto di studio da parte de I Buoni Cugini Editori che a breve ripubblicheranno le sue opere strappandole dall'oblìo com'è giusto che sia.
L'Editore
(Palermo 14/04/1857 - 25/03/1941)
Ho per le scuole pubblicato quarantadue volumi, diffusi per tutta l'Italia; altri sei sono in corso di stampa. Ho pubblicato otto o nove volumi di ricerche e di storia letteraria che illustrano la Sicilia, e sono citati come fonti in opere letterarie, discorsi, commemorazioni, conferenze, novelle, versi, articoli d'arte, di letteratura, di filologia e di quistioni scolastiche; una produzione straordinaria, non tutta inutile, non tutta senza pregio, sempre animata da un'idea, sempre rispettosa del galateo dei galantuomini e della grammatica.
Luigi Natoli
Orafo da sempre, Carlo Oliveri nasce a Palermo il 29/10/1959 e fin da subito manifesta una spiccata attitudine per i lavori di grande precisione manuale, così dal passatempo del modellismo statico è arrivato all'amore per la lavorazione delle gemme e dei metalli nobili, diventando uno dei migliori artigiani orafi di Sicilia, in grado nelle sue creazioni di saper coniugare l'antico e il moderno con disarmante semplicità, usando vecchie tecniche di manipolazione tramandate da orafi d'indiscussa fama e avvenieristiche trasformazioni che strizzano l'occhio ai tempi futuri.
Carlo, oltre al suo lavoro ha due grandi passioni: la famiglia, alla quale riconduce tutta la sua vita - prova ne è la stessa dedica del romanzo - e la città di Palermo dove è nato ed ha sempre vissuto. Un amore che traspira in tutte le pagine di questa storia ricca d'invenzioni e di grandi sentimenti; e data la passione che Carlo mette nelle sue cose ne leggeremo delle belle!
Per la casa editrice Biplane Edizioni crea le immagini delle copertine. Espone in tutta Italia. Collabora con alcuni enti pubblici tra cui la provincia di Gorizia per la realizzazione del manifesto di Pot Miru via di Pace.
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