All'egregio cittadino
Sig. Antonio Starrabba
Marchesino di Rudinì
Sindaco di Palermo
Onorevole Signore,
Perchè una dedica possa incontrar fortuna nei tempi che corrono abbisogna di tre cose: che il nome di chi dedica sia in moda o per intrigo paesano o per monopolio governativo; che quello a cui si dedica sia attaccato a diversi ciondoli, tra' quali non ultimo quello dei noti ss. Maurizio e Lazzaro; che infine l'opera o il lavoro sieno a coerenza dei tempi e delle persone.
Io però non sono manuale di zizzania anarchica, non fabbricante privilegiato della libertà dei popoli, nè irrequieto e valoroso odiatore della tirannide straniera e della tirannide domestica inflessibile avversatore, sono un uomo che amo il mio paese e quanti il paese stesso immegliano sia moralmente, sia materialmente, e perciò curo poco i ciondoli e i diplomi, l'intrigo e il monopolio.
Voi giovane d'anni, ma adulto di mente e di sapere, nella vostra qualità di Sindaco di questo illustre e sventurato paese, circuito da drappelloni di calunnie, punto da alabarde d'invidia framezzati da pugnali di astiosa mediocrità, avete saputo star fermo, e col vostro spirito, colla vostra mente elevandovi di sopra a tutti i pregiudizi governativi e municipali avete dato sesto al paese, e se Dio vi darà lunghi giorno di sindacatura (che io non vi auguro affatto) spero bene, che questa nostra città potrà stare al paro delle più culte e gentili di oltre mare. Chi dice il contrario mente per la gola, a meno che non appartenga all'arciconfraternita dei moderati o in botanica abbia posto fra le specie della malva. Voi avete immegliata la moralità paesana, coll'incremento dell'istruzione popolare e con tutte quelle leggi che stringono a modo e verso il più retrogrado industriale o artigiano che si voglia.
Voi avete incoraggiata la scuola di un Teatro Nazionale, per istruire la bassa gente, anzi l'avete creata con generosi sovvenimenti.
Voi avete con bell'ordine e con gusto sostituiti al nostro vecchiume ed alle nostre inutili anticaglie, leggieri e gai lavori di progresso e di moda, utili all'igiene pubblica ed allo sviluppo popolare.
A voi dunque spetta la dedica di questo mio Teatro Siciliano, del quale molti temi sono esclusivamente palermitani.
Accettatela con quel cuore, col qual io ve l'offro, scontento solo di non poter scolpire il nostro nome sopra più durevole monumento.
Palermo 19 gennaro 1864
La lettera è pubblicata in anteprima al romanzo.